Il codice di Leicester (1505-1510) è uno dei quaderni di appunti composto da Leonardo da Vinci nel quale l'autore ha trascritto le sue osservazioni e i suoi studi, supportandoli con disegni. L'acqua è il tema centrale di questo codice che raccoglie anche una serie di osservazioni di Leonardo legate allo studio dell'astronomia, dell'atmosfera, della meteorologia, della geografia fisica, della geologia, della panteologia, delle scienze idrauliche e uno studio sulle canalizzazioni;
Il manoscritto è costituito da 18 carte doppie, cioè 36 fogli (dimensioni: cm 27 x 20) con recto e verso. Sono stati compilati riempiendo un foglio doppio dietro l’altro ed inserendolo ogni volta nei precedenti. E’ esemplare per conoscere il metodo di compilazione usato da Leonardo: è infatti una raccolta di appunti non organizzati in modo sistematico e definitivo e reintegrati via via con osservazioni, nuove considerazioni ed esperimenti. Ci sono sottolineature, aggiunte, cancellature improvvise che evidenziano l’immediatezza della composizione ed un procedere per enunciati ed interrogativi. Il tema principale è l’acqua con appunti e disegni di vortici e correnti, osservazioni di idrostatica, idrodinamica ed ingegneria idraulica, ma non mancano studi e riflessioni sull’illuminazione del sole, della terra e della luna. Insieme alle intuizioni più originali, come quella sul lumen cinereum della luna, dal codice emergono anche gli errori che Leonardo ereditò dalla tradizione: per esempio riteneva che le maree siano dovute al fatto che l’acqua viene “bevuta” dal fondo del mare (11A-26 verso). Il tutto è composto con scrittura speculare a quella comune, scrive infatti da destra verso sinistra; questo sembra sia dovuto ad una questione ottica istintiva, assai frequente nei bambini, che in Leonardo non viene corretta in giovane età, anche se molti hanno voluto intravedervi più affascinanti intenti di segretezza.