Il codice di Leicester (1505-1510) è uno dei quaderni di appunti composto da Leonardo da Vinci nel quale l'autore ha trascritto le sue osservazioni e i suoi studi, supportandoli con disegni. L'acqua è il tema centrale di questo codice che raccoglie anche una serie di osservazioni di Leonardo legate allo studio dell'astronomia, dell'atmosfera, della meteorologia, della geografia fisica, della geologia, della panteologia, delle scienze idrauliche e uno studio sulle canalizzazioni;
Il manoscritto è costituito da 18 carte doppie, cioè 36 fogli (dimensioni: cm 27 x 20) con recto e verso. Sono stati compilati riempiendo un foglio doppio dietro l’altro ed inserendolo ogni volta nei precedenti. E’ esemplare per conoscere il metodo di compilazione usato da Leonardo: è infatti una raccolta di appunti non organizzati in modo sistematico e definitivo e reintegrati via via con osservazioni, nuove considerazioni ed esperimenti. Ci sono sottolineature, aggiunte, cancellature improvvise che evidenziano l’immediatezza della composizione ed un procedere per enunciati ed interrogativi. Il tema principale è l’acqua con appunti e disegni di vortici e correnti, osservazioni di idrostatica, idrodinamica ed ingegneria idraulica, ma non mancano studi e riflessioni sull’illuminazione del sole, della terra e della luna. Insieme alle intuizioni più originali, come quella sul lumen cinereum della luna, dal codice emergono anche gli errori che Leonardo ereditò dalla tradizione: per esempio riteneva che le maree siano dovute al fatto che l’acqua viene “bevuta” dal fondo del mare (11A-26 verso). Il tutto è composto con scrittura speculare a quella comune, scrive infatti da destra verso sinistra; questo sembra sia dovuto ad una questione ottica istintiva, assai frequente nei bambini, che in Leonardo non viene corretta in giovane età, anche se molti hanno voluto intravedervi più affascinanti intenti di segretezza.
La monetazione in oro in Europa occidentale, dopo essere stata abbandonata per alcuni secoli a causa della scarsità di miniere e riserve aurifere, fu ripresa nel XIII secolo grazie alla fiorente attività commerciale dei porti sul Mediterraneo ai quali arrivavano notevoli quantità d'oro che permisero la ripresa della monetazione in oro. La prima fu Marsiglia nel 1227 che, costituitasi comune, ottenne il permesso imperiale di battere moneta, successivamente in Italia anche Genova e Firenze cominciarono a battere monete d'oro seguite da altri comuni italiani come Perugia, Lucca, Milano e Venezia. Nonostante ciò solo poche di queste monete conobbero larga diffusione, il successo più importante lo ottenne Firenze con la monetazione del suo fiorino. Il fiorino con l'emblema del giglio di Firenze fu ben presto diffuso e utilizzato al di là dei propri confini. Il fiorino d'oro, in un regime monetario che doveva ancora fare i conti con le monete d'argento già largamente diffuse e utilizzate in tutta Europa da secoli, fu forse l'unico caso di moneta in oro che ebbe una rapida e importante diffusione in questa epoca. Il fiorino d'oro, sicuramente favorito dal ruolo che rivestiva la città di Firenze grazie alla sua crescente attività bancaria e a i suoi sviluppati canali di commercio che raggiungevano normalmente le più importanti città, riuscì ad imporsi come un vero è proprio standard dell'epoca divenendo la moneta preferita in tutta Europa fino al Rinascimento. Il successo del fiorino fu tale che, successivamente, anche altri paesi, che coniavano monete d'oro e d'argento proprie, usarono in alcuni casi denominarle fiorini, come era già accaduto in Olanda, Ungheria e nella stessa Inghilterra. Il primo fiorino d'oro a Firenze fu coniato nel 1252, una moneta dal peso di 3,52 g. di oro puro (24 carati, 8 fiorini pesavano un’oncia). Quando venne battuto per la prima volta fu messo in diretto rapporto con la moneta d’argento al valore di una lira. Fu così che la lira per un breve periodo (già nel 1271 la parità era saltata) si trasformò da moneta fantasmain moneta reale. Il fiorino portava sul dritto la figura di San Giovanni e sul rovescio il giglio, simbolo di Firenze.